Arredolegno: trend, opportunità e rischi (2021 – 2022)

Quali prospettive per il settore arredolegno tra 2021 e 2022?

Quale impatto ha avuto la pandemia globale sul settore e quali sono i trend che guidano la ripresa?

Dopo lo scossone che nel 2020 ha colpito gli oltre 350.000 addetti del settore, il rilancio passa dall’evoluzione del settore stesso e dalle risorse messe in campo dalle istituzioni. Dal Green Deal al Superbonus 110.

In questo articolo faremo un punto sulla salute del settore arredolegno in Italia e sulle sue opportunità per i prossimi anni.

Un quadro d’insieme del settore

La filiera del settore Arredolegno in Italia, dalla lavorazione della materia prima fino al retail che vende al consumatore finale, ha registrato ricavi per oltre 38 miliardi di euro nel 2020, in calo dell’11% rispetto al 2019.

Il comparto, 2° per produzione e volumi di esportazione in Europa dopo la Germania, impiega oltre 350.000 addetti in 70.000 imprese, rappresenta circa il 5% del valore della manifattura italiana ed ha sofferto la crisi pandemica per l’aumento del costo delle materie prime e l’assenza di eventi di contatto con il mercato.

Nella seconda metà del 2020, si è però verificata una ripresa degli ordinativi di prodotti per la casa, trainata dal digitale, che ha compensato in parte il calo del primo semestre contenendo le perdite relative a segmenti quali il contract (uffici, spazi pubblici, alberghi).

Il 2021, poi, si è rivelato l’anno del rilancio, grazie alle risorse messe a disposizione in Europa e agli incentivi del nostro Paese (Green Deal, Next Generation Europe, Recovery Fund, Industry 4.0, Superbonus 110, Bonus mobili e Bonus idrico). Questi provvedimenti, infatti, consentono alle imprese di intraprendere un percorso di sviluppo sostenibile in termini economici, ambientali, sociali e di transizione ecologica, sfruttando i distretti industriali nel settore. 

L’online e l’immissione di liquidità per progetti a favore della sostenibilità sociale e ambientale, stanno dunque trainando la ripresa del settore arredolegno nel 2021

Cosa aspettarsi per il prossimo 2022?

In questo contesto, la formazione dei futuri designer sarà essenziale. E andrà articolata in percorsi multidisciplinari in modo da analizzare in ottica integrata i servizi del design ladder: dalla strategia al processo come concezione dello spazio, al prodotto, fino alla forma e al packaging, integrando comunicazione tradizionale e progettazione di spazi virtuali.

E per quanto riguarda i prossimi provvedimenti governativi?

In Europa, è molto probabile che nuove normative fissino i criteri minimi ambientali degli arredi attirando investimenti nel settore. I mercati e la finanza, poi, continuano a indirizzare la governance delle aziende con strumenti che premiano la visione a lungo termine e la sostenibilità, come i green bond. L’Italia, infine, per prima in Europa, adotta la qualifica giuridica di società Benefit: una società che genera profitto in modo equo, sostenibile, con ricadute positive sull’ambiente e sul territorio.

Tutti questi elementi, ci portano a considerare che:

  • La trasformazione dell’ecosistema, replicabile e partecipativa, si deve basare sulla qualità, sulla specializzazione di alta gamma del Made in Italy e sulla ricerca dei materiali. Le fondamenta sono la visione del “mobile integrato nell’ambiente”, la sostenibilità del territorio e degli elementi costruttivi del manufatto, la digitalizzazione e la rapida crescita del canale E-commerce, e il design con innovazione sistemica;
  • la sostenibilità è legata a doppio filo al design;
  • l’innovazione interpreta la natura non come restrizione tecnica ma come fonte di ispirazione.
  • Il design sviluppa nuovi metodi e realizza i suoi obiettivi grazie al supporto del digitale, che consente di comunicare messaggi coerenti in tutti i punti di contatto e interazione.
Mola attiva in un'impresa di falegnameria.

La sostenibilità: un’opportunità da cogliere e un volano concreto di sviluppo

Come abbiamo visto, nel 2021, la sostenibilità è al centro delle più importanti iniziative del settore arredolegno.

Proviamo allora a comprendere un po’ meglio tutti gli aspetti più interessanti di questa evoluzione.

Gli investimenti del Recovery Fund, in particolare, dovrebbero favorire:

  • L’utilizzo di materiali di origine legnosa proveniente dal taglio boschivo e di prima lavorazione, in sostituzione dei prodotti di derivazione fossile;
  • la diffusione dell’impiego del legno in edilizia, nell’imballaggio e nella logistica, con una consistente riduzione delle emissioni.

Il miglior sfruttamento e gestione del patrimonio forestale italiano consentirà di utilizzare il legno buono per la produzione e gli scarti come pellet per il riscaldamento.

Di conseguenza, premiare la filiera corta, con lo sviluppo di imprese forestali moderne dotate di piattaforme logistico-commerciali, permetterebbe di contenere le importazioni del legno e il disboscamento nell’Europa dell’Est e nel Sud del mondo. Non solo, la creazione di impianti tecnologici a biomasse per la produzione di calore, micro e mini-cogenerazione ad alto rendimento, consentirebbe la tutela del territorio delle aree interne montane e lo sviluppo dei servizi ricettivi e dei distretti agroindustriali.

Insomma, l’economia circolare dovrà entrare nel DNA delle imprese e nei processi della catena del valore:

  • Approvvigionamenti a filiera corta;
  • progettazione e produzione per ridurre consumi ed emissioni nocive;
  • commercializzazione e trasporto per lo sviluppo del settore e della sua occupazione.

La tendenza coinvolge i consumatori sempre più consapevoli dell’importanza di salvaguardare il pianeta.

In quest’ottica:

  • Molti componenti costruttivi vengono riciclati o sono riciclabili (imballi in cartone, legno truciolare, alluminio, PET, tessuti, cinghie elastiche, metalli, etc.), gli scarti vengono ridotti grazie ai macchinari incentivati dal piano Industry 4.0, i rifiuti vengono recuperati e rientrano in buona parte nel ciclo economico.
  • I materiali adottati sintetici o naturali (legno di foreste certificate, rattan, bambù e fibre naturali), diventano sostenibili (vernici ad acqua) con emissioni ridotte (pannelli di formaldeide), progettati per la durata, smontabili, separabili o riutilizzabili a fine vita.
  • I pannelli fotovoltaici vengono sempre più spesso adoperati per produrre elettricità.
  • Allo stesso modo, vengono impiegati impianti di riscaldamento alimentati con legno di scarto, che consentono la autosufficienza (totale o parziale) del sito produttivo, riducendo l’immissione di CO2 in atmosfera.

Ma la sostenibilità non tocca solo l’ambiente. Riguarda anche gli spazi lavorativi e la salute dei dipendenti.

Gli spazi lavorativi aperti e dinamici evolvono mettendo al centro la persona e ispirandosi ai criteri di sostenibilità: socialità, sicurezza ed integrazione tra naturale ed artificiale.

Per questo motivo, vediamo l’impiego di legno lamellare abbinato al cemento in stile rustrial e l’uso di ampie vetrate o finestre smart che limitano la circolazione di microorganismi, che consentono l’ingresso della luce naturale nelle “eco-fabbriche” e permettono di coniugare produttività e benessere.

Innovazione sostenibile: come si declina nei diversi comparti?

Oggi, il cliente finale è consapevole dei valori della sostenibilità nei comparti dell’arredamento: riciclabilità, smaltimento a fine vita e durabilità.

I produttori colgono la tendenza lanciando sul mercato collezioni hi-tech creative rispettose dell’ambiente in stile vintage, pur partendo talvolta da materie prime povere. La ricerca si è concentrata, brevettando nuovi concept, sulle bioplastiche e plastiche riciclate da rifiuti, su materiali e filati naturali o di recupero, coniugando artigianalità, purezza espressiva, versatilità, semplicità funzionale e durata.

L’arredo per ufficio non è focalizzato solo sui mobili ma anche sull’assetto modulare e combinato di spazi ibridi interni, attrezzati per il co-living e co-working, ed esterni, con fruizione di aree o complementi d’arredo green.

L’ambiente accogliente antistress riproduce il clima domestico e abbina comfort acustico, luminoso e climatico plug&play, con elementi fono-assorbenti, sensori di illuminazione, areazione e purificazione dell’aria.

Nel settore arredobagno e cucine, l’attenzione è posta sulla riduzione dei consumi di acqua, sulle tecnologie (cromo trivalente per impianti galvanici, forni con autopulizia pirolitica), sui processi produttivi a commessa per diminuire le giacenze e sui materiali riciclati e naturali in commistione (lavabi in cristallo e sughero).

L’Earth hour, l’invito del WWF a spegnere le luci per un’ora all’anno, stimola l’innovazione del segmento della illuminazione tecnica e decorativa, indoor e outdoor.

La rivoluzione arriva dal LED che consente efficienza, riduzione dei consumi ed efficacia luminosa ed è sempre più diffuso nell’uso quotidiano. La sfida si gioca sulla ricerca dei materiali e delle ottiche, sulle soluzioni tecnologiche di controllo della luce, sullo smaltimento differenziato e sul comfort visivo.

Gli edifici in legno e la bioedilizia sono in costante crescita anche in ambito non residenziale, con bandi pubblici per il comfort abitativo, la sicurezza e salubrità ambientale e l’efficienza energetica che genera un significativo risparmio.

La domotica e l’IoT trovano applicazioni nei mobili intelligenti, nei divani regolabili e nei complementi di arredo.

Spunti finali: digitale e sostenibilità nei modelli produttivi e garanzie per l’instabilità

Nonostante l’incertezza dovuta all’emergenza sanitaria, il settore mantiene un tessuto produttivo sano e resiliente. Know-how ed expertise vengono potenziati con il coinvolgimento di tutte le componenti e gli stakeholders.

Tuttavia, la crisi impone una riflessione sui modelli produttivi: su ciò che è superato e ciò che è indispensabile innovare.

Il settore sta mutando pelle rapidamente. Ed è un’opportunità per le aziende. Ma anche un rischio: le aziende che non sapranno adattarsi al cambiamento in atto rischieranno di uscire dal mercato.

In tal senso, la sfida che si pone alle imprese dell’arredolegno si potrà vincere facendo innovazione, rinnovando l’immagine e pianificando l’ingresso in nuovi mercati attraverso l’export dei prodotti Made in Italy.

Il digitale e la sostenibilità veicolata dal design, poi, sono ormai da considerarsi i presupposti irrinunciabili con cui migliorare la qualità del lavoro delle persone e creare benessere sociale nel rispetto dell’ambiente.

In ogni caso, non bisogna considerare solo il cambiamento da programmare nella propria azienda.

Infatti, un altro rischio che coinvolge tutto il settore è strettamente legato al lockdown, il quale ha minato la solvibilità di molte aziende del settore che, pur tecnicamente sane o risanabili, hanno sperimentato crisi e “insolvenza diffusa”, soprattutto nei nuovi mercati, con effetto domino sulla filiera.

Con la ripresa, è auspicabile che tali situazioni si possano superare per evitare la desertificazione industriale e l’uscita dal contesto di legalità. Le associazioni, poi, contrastano la stretta creditizia, l’emergenza liquidità e facilitano l’accesso al credito con i finanziamenti di sostegno all’innovazione, analizzando le misure straordinarie proposte dalle istituzioni più consone al contesto delle imprese.

Tuttavia, al netto di queste possibilità, può essere conveniente ricorrere alle assicurazioni del credito, che consentono di rimanere informati sulla solvibilità dei fornitori e di ottenere indennizzi in caso di mancati pagamenti.

Per proteggere la salute della tua azienda di arredolegno, chiedi a nostri esperti un consulto gratuito.


Stefano Munaron si occupa di internazionalizzazione ed innovazione nelle PMI dopo aver lavorato in multinazionali nel marketing, nelle vendite internazionali e nella direzione generale.

Nel comparto BtoB, svolge progetti di riorganizzazione e sviluppo commerciale, turnaround e passaggio generazionale, M&A, sia in start up sia in organizzazioni consolidate.

Laureato in Chimica, MBA presso la SAA di Torino, è qualificato come Innovation Manager nel 2020 (MISE) e come Temporary Export Manager con competenze digitali nel 2021 (MAECI).